Cosa vedo quando mi guardo allo specchio? E quando mi vedo in una foto? Scappo, resto, mi compiaccio, mi giudico… “Dimmi di me” è una mostra-evento in cui a una prima serie di immagini esposte al pubblico, si aggiungono via via i ritratti realizzati ai partecipanti alla manifestazione. Una mostra che cresce e prende forma con il contributo di chi la visita, in modo che le persone che la guardano siano anche al tempo stesso guardate: spettatrici e attrici.
Perché i ritratti? Perché il ritratto realizzato da un fotografo ha il potere di far emergere aspetti di noi che non conosciamo, ci svela qualcosa di nuovo o magari qualcosa che abbiamo sempre sentito di avere, ma non abbiamo mai visto.
Marco Ragaini, di Milano ma non molto milanese, nato nel 1966, lavora nel campo della comunicazione e si occupa di fotografia di ritratto. Pensa che il ritratto sia un modo di “ascoltare con gli occhi”, e anche un modo per perdere l’equilibrio, lasciarsi destabilizzare, mettere in discussione, cambiare.